Gatta Cenerentola, fantastico film d’animazione tutto napoletano, sarà alla dodicesima edizione del COFFI – CortOglobo Film Festival Italia dalle 20:30 di sabato 30 settembre.
Gli autori e registi del film, ovvero Alessandro Rak, Dario Sansone, Ivan Cappiello e Marino Guarnieri, porteranno al Castello Doria di Angri contenuti speciali, backstage e tanti aneddoti legati alla realizzazione di uno dei migliori film d’animazione prodotti in Italia negli ultimi anni. Un lavoro che potrebbe arrivare anche a Los Angeles alla notte degli Oscar!
Gli iscritti alla giuria popolare avranno ovviamente accesso gratuito all’incontro.
Per iscriversi alla giuria popolare basta cliccare sul link https://coffifestival.it/partecipa-come-giurato
Alessandro Rak, già autore del pluripremiato L’arte della felicità, riunisce le forze con Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, frontman dei Foja, per dare vita ad una delle favole contenute ne Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile (notare l’omonimia fra lo scrittore campano e il padre di Gatta Cenerentola), cui era ispirato Il racconto dei racconti di Matteo Garrone.
Su quella stessa favola è basata anche l’opera teatrale di Roberto De Simone, ma la squadra di Rak compie un miracolo diverso: trasformare un testo secentesco in un film d’animazione ambientato ai giorni nostri senza perdere nulla della forza archetipale della storia, né della “napoletanità” che permea ogni aspetto dell’immaginazione visiva di Rak, ma non ne diventa mai limite provinciale. Napoli è uno dei protagonisti di Gatta Cenerentola, eppure non appare – la storia è ambientata fra l’interno della nave Megaride e i dintorni del porto ove è ancorata – se non attraverso le “maschere” protagoniste della storia, prima fra tutte quella straordinariamente espressiva (e politicamente efficace) di ‘o Re, testimone della gigantesca potenza d’attore di Massimiliano Gallo.
Vittorio Basile è un armatore che inventa “un fiore all’occhiello dell’ingegneria navale italiana” per dare lustro alla città di Napoli. Ma l’avidità del faccendiere Salvatore Lo Giusto, detto ‘o Re, e della bella Angelica Carannante, promessa sposa di Basile, mettono fine alla vita e ai sogni dell’armatore, lasciando la piccola Mia, figlia di primo letto di Vittorio, nelle grinfie della matrigna e dei suoi sei figli – cinque femmine e un “femminiello” – che affibbiano alla bambina il soprannome di Gatta Cenerentola. Riuscirà Primo Gemito, ex uomo della scorta di Basile, a riportare la legalità nel porto di Napoli e a sottrarre Cenerentola alla sua prigionia?
L’animazione è totalmente immersiva (trattandosi di una vicenda che ha l’acqua come sua presenza costante) e tridimensionale nel senso più autentico del termine: la profondità di campo è data soprattutto dalla stratificazione del disegno e da accorgimenti di classe come la presenza costante nell’aria di pulviscolo, cenere e assortito (umano) debris. Perché Gatta Cenerentola è soprattutto una storia di fantasmi, anzi, di quelle proiezioni che sono l’essenza stessa del cinema: in questo senso la squadra di Rak dovrebbe cimentarsi, al prossimo giro, con la versione animata de “L’invenzione” di Morel.